VHF "Come funziona e a cosa serve"

Fonte: Fonte: Globalfishing - data: 20/04/2020

Il VHF è obbligatorio per navigare entro le 12 miglia ed oltre.

La portata

La portata di una comunicazione Vhf si definisce ottica; ovvero “per definizione” si considera avvenga con sicurezza tra antenne che si vedono “fisicamente”, tra loro.

Quindi diciamo che a livello del mare, la portata teorica è 12 miglia, ovvero la distanza massima dove non interferisce la curvatura terrestre.

Nella realtà le distanze raggiungibili generalmente sono di almeno 7/8 miglia se si trasmette con 5 watt da quota mare, per arrivare a 15/20/30 con potenze di 25 watt ed antenne alte.

L’altezza dell’antenna è fondamentale, motivo per cui le stazioni terrestri sono generalmente collocate sui rilievi o dotate di antenne molto alte.

Ecco uno schema che spiega in modo semplice il concetto delle portate.

Anche la potenza ha la sua importanza rispetto alle distanze.

Quindi è naturale che maggiore sarà quella emessa e maggiori le garanzie di arrivare lontano.

Portatili e fissi

In commercio esistono apparati fissi ed apparati portatili.

I primi necessitano di un’antenna e di una sorgente di alimentazione, mentre i secondi hanno all’interno delle pile o delle batterie ricaricabili e un’antenna integrata.

La differenza tra i due apparati , sostanzialmente sta nelle prestazioni.

I portatili, sebbene molto evoluti nelle loro funzioni, hanno una potenza più limitata e di conseguenza una portata più contenuta, anche per via dell’antenna, di piccole dimensioni.

A loro vantaggio hanno la peculiarità di essere trasportati ovunque e rappresentare un’agevole modo di comunicare tra barca e barca, oltre che essere un’ottima alternativa in situazioni di emergenza.

Gli apparati fissi debbono essere” installati” ovvero collocati in un punto della barca, alimentati da una sorgente a 12 o 24 Volt ( a seconda dell’imbarcazione) ed ovviamente equipaggiati da un’antenna.

Il montaggio deve essere fatto a regola d’arte, tenendo conto di una linea elettrica capace di erogare tutta l’energia necessaria e possibilmente proveniente direttamente dalla batteria.

Anche tipo e montaggio dell’antenna fanno la differenza.

E’ da essa che dipende la portata delle trasmissioni e la chiarezza delle comunicazioni, soprattutto quando si è al limite delle distanze.

Ricorrere all’aiuto di un professionista nella scelta e nel montaggio può essere un valido consiglio per i meno esperti.

L’antenna, maggiore sarà la sua qualità e soprattutto quanto maggiore il suo”guadagno” maggiore sarà la sua funzionalità.

In commercio ne esistono tante tipologie, ma ogni modello ha prerogative e funzionalità che vanno accuratamente valutate per scegliere quella più adatta alle nostre esigenze.

3. Dichiarazione di potenza

Questo documento è rilasciato dalla casa costruttrice.

Durante la navigazione tra i porti nazionali si può tenere a bordo la copia regolarmente autenticata.

Nel caso di perdita o deterioramento del documento del motore qualora la casa costruttrice non sia più sul mercato l’accertamento della potenza del motore può essere richiesto al Centro Prova Autoveicoli del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che provvede anche al rilascio del relativo certificato.

I vecchi certificati uso motore continuano ad avere validità, ma gli uffici periferici non sono più autorizzati a rilasciare il duplicato del documento.

Nei casi di furto o smarrimento va richiesto alla ditta costruttrice del motore o al rivenditore autorizzato il duplicato della dichiarazione di potenza del motore.

Per i vecchi motori, sprovvisti della dichiarazione di potenza, il documento può essere sostituito dal certificato di omologazione e dalla dichiarazione di conformità ovvero, per le unità cancellate dai registri, dall’estratto rilasciato dall’ex ufficio di iscrizione.

Per le unità provenienti dall’estero, con l’estratto dal registro comunitario di provenienza, o con il certificato di cancellazione dal registro medesimo, che riportino i dati tecnici del motore.

Le autorizzazioni

Premesso che il VHF è obbligatorio per la navigazione oltre le 6 miglia, il suo uso è subordinato ad alcune autorizzazioni.

Precisiamo infatti, che il VHF non è un “baracchino” per chiacchierare .. non è un passatempo, ma un importante strumento dedicato alla sicurezza in mare.

Il suo uso infatti è subordinato a regole precise e norme molto serie.

Serve la Licenza RTF e il Certificato RTF.

La prima, è una vera e propria licenza di esercizio che attribuisce al binomio barca- apparato, che diventa così una “stazione” un nominativo internazionale ed una autorizzazione all’uso.

Per questo motivo tutti gli apparati dovranno essere dotati di una omologazione.

La seconda è una “abilitazione” personale che avalla ufficialmente la dichiarazione del richiedente di essere a conoscenza delle regole di utilizzo del sistema trasmittente.

La mancanza di questi documenti è punita con sanzioni molto onerose, così come ne è punito l’uso improprio.

Non dimentichiamo che alcune unità della CCPP hanno dotazioni a bordo per individuare in modo più che preciso la provenienza delle trasmissioni.

Per ottenere tutte le autorizzazioni basta rivolgersi ad una agenzia specializzata o andare sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico : https://www.mise.gov.it/index.php/it/comunicazioni/radio/autorizzazioni-e-licenze/servizio-radioelettrico-marittimo

E’ poco costoso, meno complesso di quel che sembra e soprattutto è obbligatorio e le multe sono salatissime.

Il galateo del VHF

L’uso dell’apparato Vhf è dedicato alle comunicazioni strettamente indispensabili e non deve essere adoperato come un radio trasmettitore amatoriale per fare conversazione.

Soprattutto il canale 16 è dedicato alla sicurezza : alle chiamate di emergenza e alle comunicazioni inerenti tutto ciò che riguarda la navigazione, compresi bollettini meteo e le richieste di aiuto.

La radio dovrebbe essere sempre tenuta in ascolto su questo canale, eventualmente in alternanza con un altro canale desiderato.

C’è una procedura per effettuare le chiamate, che consiste nel pronunciare per tre volte il nominativo di chi cerchiamo seguita dal nostro identificativo, anch’esso ripetuto tre volte : ” BABY BLU- BABY BLU- BABY BLU —- QUI BABAYAGA -BABAYAGA-BABAYAGA .. cambio” .

La procedura va ripetuta ad intervalli di due minuti e ricevuta la risposta ci si trasferisce su un canale libero, con l’impegno tassativo di conversazioni brevi legate all’essenziale.

Esiste anche una terminologia specifica per indicare le lettere.
Si chiama alfabeto Nato ed è studiato appositamente per identificare le lettere dell’alfabeto senza confusioni.

I numeri si trasmettono invece in inglese , facendo lo spelling di ogni cifra.

Solo il nove per evitare di confonderlo con il “no” tedesco, si pronuncia “nainer”.

Chiamate di sicurezza.
Dal canale 16 è possibile inoltrare le chiamate di emergenza che sono di tre livelli di gravità.

May-day, ripetuto per 3 volte, si lancia quando la barca è in grave ed imminente pericolo.
Ad una chiamata di May-day si deve effettuare silenzio radio e se, da un’altra unità, si vuole rilanciare il messaggio per fare da ponte il May-Day sarà seguito dalla parola “relais” ( pronunciata relè).

Pan, ripetuto per 3 volte è una chiamata di sicurezza da usare quando c’è un pericolo grave ed imminente per cose o persone.

Securitè, ripetuto per 3 volte, è il segnale identificativo di un evento grave per la navigazione; ad esempio un evento meteorologico inaspettato o un relitto alla deriva pericoloso per la navigazione.

In ultimo è bene sapere che ogni 30 minuti, per i primi 3 minuti, sono trasmesse sempre le comunicazioni di sicurezza, pertanto è sempre opportuno osservare silenzio radio.

Per comunicazioni da barca a barca è consuetudine usare SEMPRE i canali 6, 8, 67, 72 o 77, mentre il 9, in genere, è in uso alle Capitanerie di Porto.
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